Verona – Roma

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Ultima tappa.
La sveglia ci sorprende ancora stanchi e forse un po’ svogliati per gli ultimi 514 km di questa meravigliosa avventura vissuta intensamente con voi tutti al seguito.

Sveglia con calma, chiamata al mitico Carlo di punto gomme per l’appuntamento di ritorno. L’avventura sarà finita solo arrivando lì da lui, alla base, lì dove tutto è cominciato, lì dove quel sabato mattina abbiamo spiccato il volo verso il profondo nord.

Pioveva quel sabato 11 giugno 2011 come oggi minacciava di fare.
Km da divorare in sella moto stanche e provate. Dietro strade meravigliose, ricordi di un viaggio che appare passato, recente, ma comunque passato.

Tratti di autostrade più noti, il caldo che era cominciato a Brennero prende il sopravvento e la fatica si fa sentire già prima di pranzo.

Forse è solo il risultato della fine del viaggio, quel senso profondo e denso, difficile da metabolizzare: dover pensare ad altro e non alla prossima tappa.

Pervade un senso di svuotamento misto alla gioia per il rientro, alla liberazione della borsa da preparare, l’albergo da prenotare.

David imposta un ritmo sostenuto per arrivare il prima possibile. La sensazione cdi accomuna e durante tutta la tappa scambiamo pochissime parole. Le soste sono solo tecniche: benzina, acqua, un panino.

Itaca, casa, è laggiù in fondo al fiume di km percorsi, alla foce del fiume di asfalto.

Lunedì pomeriggio, arriveremo prima del previsto, prima delle 18 come scritto in precedenza. Non ci sarà il gruppetto numeroso che era presenta alla partenza e non ci sarà Leo, costretto dal lavoro alla scrivania.

No, non è una festa sfumata, è tutto come programmato a parte l’assenza di Leonardo. Il momento del ritorno a casa ha qualcosa di intimo e complicato, difficile da vivere in gruppo, da spiegare con un sorriso, da condensare in parole a volte anche un po’ di occasione.

Forse è andata bene così e la data di lunedì non è stata poi così malvagia.

Nell’abbraccio di Carlo è racchiuso il senso estremo del Motociclismo, quel senso totale di condivisione, appoggio incondizionato.

Un colpo ci clacson e Carlo lascia il lavoro per saltare fuori: mi abbraccia, poi corre dagli altri a fare lo stesso.

Dentro ribollono emozioni, tappe percorse velocemente a ritroso. I clienti di puntogomme ci guardano increduli, fanno domande ed allora cominciamo ad ammorbidirci, rilassarci. Studiamo le gomme, lo stato delle moto (paraolio della forcella destra malmesso per la Trasalp), commentiamo, abbozziamo qualche racconto.

L’emozione delle ultime foto dell’Odissea, con la fortuna di avere le nostre Penelope al seguito, protagoniste di un viaggio che ha più dell’impresa sportiva, dell’epica moderna piuttosto che di un “semplice” viaggio.

Un caleidoscopio impazzito negli occhi. Scorrono le foto scattate, quelle mancate. Si mescolano gli odori, i sapori, il vissuto.

L’abbiamo fatto sul serio. CI pensavamo, lo sognavamo, lo abbiamo reso possibile con l’appoggio di voi tutti e degli sponsor.

Una grossa fatica, forse più del previsto, lo ammettiamo sorridendo, soddisfatti come bimbi all’uscita di un parco giochi.

Qualcuno ci chiede quanto staremo giù dalla sella. Rispondo due settimane, un po’ per stanchezza, un po’ per accontentare la convinzione di chi ci pensa sazi. David mi corregge indicando sabato, meteo permettendo, per la data di un prossimo giro.

No, della moto non si è mai sazi.

Il tagliando da fare, il sito da sistemare: rimanete in ascolto quindi. Aggiorneremo con nuovi dettaglio, rendiconti delle spese, nuove foto e …si, posso dirlo con certezza, nuovi progetti, anche se di certo non immediati.

Vorrei saper scrivere quello che negli ultimi km mi è passato davanti agli occhi, quanto i miei occhi hanno visto, quanto le mie gomme hanno solcato. vorrei saper scrivere un colore, un odore, un rumore.

Le parole non bastano.

Mi sento migliore ora, al ritorno.

Nutrito da un viaggio, da una esperienza che rimane tatuata dentro e fuori la pelle, nelle ramificazioni del cervello, in ogni angolo di noi stessi.
Credo di aver capito tanto, anche se ancora non so dirvi cosa.
Credo di aver pensato cosa che , fuori dal casco, non avevo mai pensato.
Lassù il vento fa un rumore diverso e puoi perderti nel frastuono ordinato dei cilindri di ferro del motore, fra le pieghe di un nuovo progetto cullato, di un ricordo mai sopito.
Puoi scoprirti con gli occhi umidi di qualche lacrima, pensando, ricordando, sperando; puoi sentire la paura, quando la strada è cattiva e dalla visiera vedi la neve,  pioggia, per ore ed ore.
Già, la paura, tante volte mi ha accompagnato durante i km guidati “davvero”.
Ma lassù era dolce anche quella.

Il viaggio mi ha avvelenato. Un complicatissimo morbo che ha qualcosa in comune con il Ballo di San Vito.
Fermi in un posto, sapremo starci?

Qui è notte, e scrivo chiudendo gli occhi, rivedendo quei giorni di 24 ore…

Passo una mano nella barba, comincio a scrivere, pensare.
Cancello, poi riscrivo.

La strada, “domani”; la linea dell’orizzonte si allontana.
Dolcissima utopia.

Meravigliosa routine:

“La sveglia, domattina a che ora?”

Manu chiede quanti km sono previsti, David imposta il navigatore. Vittoria in silenzio chiude le borse, ci saluta per la notte. Colazione ore 9.

Accendo il pc, comincio a leggere i vostri commenti, mando su qualche foto.
Fuori dalla finestra della mia camera disordinata riposano le moto, dentro dormono invece vestiti spaiati, maglie sporche, borse ombrate di grasso, guanti e caschi.

Su skype compare Gianvincenzo, mi interrompe;  quattro chiacchiere, un abbraccio a distanza.

Questi i nostri giorni, quei giorni lassù, profondo nord.

Ci penso un po’ ora, scrivendo, e non so trovare una conclusione a questo pezzo da scrivere. Una forma di saluto fra noi, per voi.
Un arrivederci, questo è certo.
Verso nuove avventure, latitudini, coordinate…

Non so dove, non so quando, ma dentro mi pare d’esser certo del fatto che sarà ancora.

Allora, a presto; grazie, un grosso grazie a voi tutti che, assieme a Leonardo, avete animato queste pagine durante la nostra saporita Odissea.
Forse, in qualche modo, questo sito, questo diario, è più vostro che nostro.

La strada è già domani, è sempre lì fuori;  le linee tratteggiate di mezzeria paiono attrarre come la luce fa con le falene.
Impossibile  non scendere in strada, mettere in moto, viaggiare, scorrere sulla schiena dell’infinito serpente di asfalto.

E poi ancora ed ancora; km dopo  km.

Roma Caput Nord.

Noi l’abbiamo fatto davvero.

Massimo

P.S. Un grazia a Fernando, alla sua sorpresa di oggi pomeriggio al nostro ritorno!

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About Massimo

Massimo Soldini 25/03/1979
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8 Responses to Verona – Roma

  1. Ferdinando says:

    adesso la strage dei proci dai!!!

    • Massimo says:

      Eccerto! Sai cosa? Che alla fine potevate venire pure tu e la Simona eh….
      Quanto vi ho pensato nelle difficoltà, con le mani sporche di grasso o sotto la pioggia, guidando nella nebbia…
      Mi sentivo donna avventura ahhahaahhaha

  2. puntogomme says:

    ciao ragazzi sono Francesca puntogomme!!!…non ero ad aspettarvi ieri,impegnata in un pomeriggio lavorativo caldo e lungo (14:00-22:00)…ma pensavo a voi che tornavate a casa un po’ delusi per la fine di un magnifico viaggio.Siete stati grandi,soprattutto le vostre “Penelope”…un abbraccio grandissimo a tutti e BEN TORNATI viaggiatori da favola!Spero di incontrarvi presto!Baci Francesca…

    • Massimo says:

      Ciao Francesca , o meglio, signora puntogomme . La famiglia puntogomme mi da tipo della famiglia Barbapapà. Come faccio a non volervi bene?
      L’abbraccio sincero di Carlo, al nostro arrivo, vale più di mille parole.
      Spero di rivedervi presto.
      State pronti perchè “questo è il male che mi porto da 30 anni addosso, fermo non so stare in nessun posto, rotola rotola il masso, rotola addosso rotola in basso e il muschio non ci cresce sopra il sasso…”

    • Massimo says:

      Dimenticavo: le Penelope hanno vinto su tutti i fronti. Grandiose e combattive.

      Vi aspetto per il prossimo giretto?
      I bimbi delle coppie che vogliono unirsi ai nostri viaggi potranno essere affidati alla bambinaia di romacaputnord.it

  3. francesca says:

    complimenti e ben tornati…
    lessi ma felici,
    esausti? No. con tanta adrenalina da non restare fermi nello stesso posto.
    Sarà dura ambientarvi… parola di Cleopatra

  4. Stefano says:

    Grandi! Bentornati.
    Massimo, sto rientrando stasera da Cagliari, ti chiamo domani.

    Ciao,
    Stefano

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